La comunicazione influenza i nostri acquisti
Come la comunicazione, il marketing e la pubblicità ci influenzano nelle nostre scelte d’acquisto.
Come sono cambiati gli acquisti domestici dopo la restrizione sulla pubblicità di prodotti ad alto contenuto di grassi, sale e zucchero.
Nel Regno Unito sono state realizzate delle restrizioni pubblicitarie, nel trasporto di Londra e nell’area nord dell’Inghilterra, per limitare il consumo di prodotti denominati “junk food” (cioè cibo spazzatura) così da prevenire fenomeni di obesità e di problemi di salute; ma fino ad oggi era sconosciuto l’esito di tali imitazioni.
Avrebbe funzionato? Non sarebbe cambiato molto? Quanto pesa la pubblicità sulle scelte dei consumatori?
Lo studio è stato realizzato su un arco temporale di 44 settimane, suddivise però in due momenti ben distinti: prima delle restrizioni pubblicitarie e dopo le restrizioni.
Il cluster analizzato sono state 1970 famiglie e cercando di avere all’interno del cluster di test più campioni rappresentativi per sesso, età, classe socioeconomica e l’indice di massa corporea, così da avere più dati verosimili per il risultato del test.
Il risultato? Effettivamente la pubblicità ha un impatto sulle scelte dei consumatori.
Da pubblicitario quale sono, non avevo dubbi a dire il vero.
La spesa media settimanale è diminuita di 1000 kcal (6,7%);gli acquisti dei dolciumi, barrette energetiche e di cioccolato sono diminuiti di 318 kcal (19,4%).
La diminuzione degli acquisti si sono fatti sentire anche per quanto riguarda i cibi contenenti grassi (57,9g, cioè un 6,5% in meno), grassi saturi (acquistati 26,4g in meno, che corrispondono ad un 7,3%) e zucchero (80,7 g, cioè un 10,5% in meno).
[Fonte]I nostri consumi alimentari raccontati dalle etichette
Sostenibilità, fragranza, croccantezza, prodotti vegan.
Sembra un elenco casuale?
In realtà non lo è!
Si tratta di alcune delle preferenze in tema food, di noi italiani.
Ce ne parla nello specifico, la decima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che analizzando i nostri carrelli ha dato vita a un report davvero interessante.
Tra i dati positivi che balzano subito all’occhio il calo degli acquisti nei confronti di prodotti zuccherati, calorici e delle bevande.
Le leve di marketing relative al claim (appello pubblicitario, slogan) risultano poi meno forti rispetto a quelle focalizzate sulle indicazioni geografiche a testimonianza -qualora ce ne fosse ancora bisogno- della forza della territorialità.
E per quanto riguarda le etichette?
Anche loro hanno un’importanza non indifferente nella scelta degli acquisti.
Tra quelle che attirano maggiormente l’attenzione di noi acquirenti spiccano le etichette che valorizzano le consistenze dei prodotti.
Alcuni esempi?
Vellutato e fragrante; ma non solo!
Per leggere il report completo lo puoi trovare qui (sono 92 pagine e per scaricarlo devi lasciare i tuoi dati), di seguito trovi un mio riassunto veloce suddiviso in punti chiave (si l’ho letto tutto :-):
- Il mondo dell’italianità: si fa un grande uso di valori che possono far risaltare un prodotto rispetto ad un altro. Es. “made in Italy”, 100% italiano, Prodotto in Italia, ecc.
- L’ingrediente al 0%: tra le varie etichette spiccano i claim “0 zuccheri, poche calorie, senza XYZ”
- L’arricchimento: altro trend sono gli “arricchimenti aggiunti”. Es.: “con vitamine”, ricco di fibre, con Omega 3, ecc.
- Mai più senza “senza”: viene sempre specificato, anche se in precedenza non era mai stato considerato un qualcosa da dire, perché si dava per scontato, se il prodotto è indicato per chi ha intolleranze alimentari. Es. Senza glutine, Senza lattosio, ecc.
- Lifestyle: la creazione di prodotti adatti allo stile di vita di una persona. Es. Prodotto per vegano, prodotto per famiglia, ecc.
- Le certificazioni: per avvalorare maggiormente un determinato prodotto si utilizzano certificazioni che specifiche. Es. Ecolabel, CE, logo EU, FSC, ecc.
- I benefici: nei vari prodotti vengono presentati degli ingredienti che apportano determinati benefici specifici a chi li consuma. Es: Prodotto con avocado, aiuta il fisico a XYZ.
- Artigianalità: un ritorno al lavoro specifico e preciso di tutto il mondo artigiano che stavamo perdendo. Es: lavorato a mano, affumicato artigianalmente, ecc.
- Texture: l’aggiunta di aggettivi che ti fanno “toccare” il prodotto prima di averlo effettivamente acquistato. Es: I cracker croccanti, cibo vellutato, ecc.
- Green: tutto ciò che può aiutare il pianeta va assolutamente comunicato. Es: Green, biodegradabile, vegetale, meno plastica, ecc.
Perché è interessante questa brevissima lista? Perché è applicabile (esattamente così! come è stata scritta) ad ogni tipologia di business.
Questa è una consulenza di marketing gratuita, sappilo: avanzo per lo meno un caffè :-)
(secondo l’enciclopedia Treccani “perlomeno” si può scrivere anche separato)
Ultimo Aggiornamento: 2 Luglio 2023
Pubblicato il: 11 Aprile 2022